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18:39 - Il redditometro ha l'obiettivo di "intercettare forme di evasione spudorata e i finti poveri". E' quanto ha specificato il vicedirettore dell'Agenzia delle Entrate, Marco di Capua, sottolineando che "non è uno strumento di accertamento di massa". I controlli che verranno effettuati, ha aggiunto, saranno "inferiori ai 40mila l'anno e non prenderanno in considerazione scostamenti tra spese e reddito dichiarato pari a 1.000 euro al mese".
Il richiamo della Corte dei Conti
La precisazione del dirigente del Fisco è arrivata dopo il monito lanciato dalla Corte dei Conti proprio a proposito dello strumento redditometro. Il presidente Luigi Giampaolino ha infatti avvisato il responsabile dell'Agenzia delle Entrate sottolineando che occorre "evitare un uso disinvolto delle informazioni non verificate". E ancora, ha auspicato che gli uffici abbiano "massima attenzione e massima cautela" nell'uso dei dati.
"Non criminalizzeremo la ricchezza"
Di Capua ha poi assicurato che l'intenzione del Fisco non è quella di colpire la ricchezza e ha spiegato: "Con la platea di spesa ampliata, e non limitata da alcuni beni come in passato, non c'è criminalizzazione della ricchezza perché è giusto impiegare liberamente il proprio reddito".
Befera: più forti le misure contro l'infedeltà fiscale
A difesa del redditometro è intervenuto anche il direttore dell'Agenzia Attilio Befera, spiegando che l'analisi dell'infedeltà fiscale dei contribuenti "verrà potenziata nell'immediato con il nuovo strumento". Befera ha poi aggiunto che si abbandona ora "il ricorso alla presunzione della disponibilità di pochi beni e si concentra sulla spesa effettuata dal contribuente" e al suo rapporto con il reddito dichiarato.
Befera ricorda inoltre che l'evasione fiscale pesa per 100-120 miliardi "in un quadro già provato dalla crisi economica", precisando che si tratta di "un male da estirpare".