«Lavoriamo senza paga Pur di tenerci il posto»

19-02-2013

www.avvenire.it     02/19/2013

 

Potremmo chiamarlo “autosebasmòs”, che vuol dire “stima di sé”, ma in senso lato anche “orgoglio, amor proprio”. I greci ne hanno da vendere, peccato che nessuno lo voglia comprare. E quanto l’orgoglio conti e muova le passioni lo si scorge meglio fuori da Atene, alla periferia di quel girone d’inferno che sta diventando la capitale greca.
 
Rosaria è italiana, ha sposato un medico, abita a Larissa, cittadina borghese e a suo modo benestante e si occupa attivamente di una comunità di cattolici di ogni provenienza, messicani, polacchi, albanesi. «Sì – dice – è vero, i locali sono sempre aperti, ma la fatica di vivere è tanta. Ci sono migliaia di persone sottopagate, uno stipendio medio che raggiunge i 400-500 euro già viene considerato una piccola fortuna. I prezzi però salgono di continuo, il metano costa di più, la luce elettrica costa di più. Sa quanti hanno la casa al buio perché il comune gli ha tagliato la fornitura?».

Lo Stato ha una sua anonima crudeltà… «Sì, ma guardi che i privati non sono da meno. Ormai è quasi un’abitudine consolidata: chi lavora dai privati non viene pagato. Prenda un caso qualunque, quello di una famiglia di rumeni che io e mio marito stiamo cercando di aiutare. Si alzano alle 4 del mattino, lavorano anche la domenica in una macelleria-trattoria per 50 euro a settimana. Come vivono? Come fanno? Con la scusa della crisi il proprietario non li paga. O li sottopaga. Con gli immigrati è facile comportarsi così, il greco spesso li vive come cittadini di serie B. Ma anche con i connazionali i datori di lavoro privati hanno tagliato gli stipendi. Se va bene bene, altrimenti il dipendente può andarsene. E uno si accontenta. È un ricatto, come si vede, c’è un decadimento anche morale. Homo homini lupus. L’ingiustizia dei datori di lavoro è la cosa che mi ferisce di più».

Ho sentito parlare di gente che restituisce la targa dell’automobile per non dover pagare la tassa di circolazione e soprattutto di famiglie che portano i figli all’orfanotrofio perché non hanno più i mezzi per mantenerli… «Purtroppo è vero. Come è vero che l’intolleranza si sta facendo strada anche fra i bambini. Nelle scuole elementari sono aumentati gli episodi di razzismo. Vittime i compagni extracomunitari. I bambini li accusano: se c’è la crisi, se mio papà ha perso il lavoro è colpa di quelli come te, gli dicono».
Di chi è la colpa? «Non solo dei partiti estremisti come Alba Dorata. Anche i media hanno le loro responsabilità, amplificando a dismisura gli episodi di piccola criminalità legati all’immigrazione». E il governo? «Un campione di scaricabarile. In questo è insuperabile»

 

Giorgio Ferrari