www.iltirreno.it 02/21/2013
GROSSETO - Le parole del ministro Riccardi non sono cadute nel vuoto. Ieri, la squadra mobile di Grosseto - annuncia il dirigente Armando Buccini - ha acquisito il video dell’aggressione (a sfondo razziale) del branco a una ragazzina, pubblicato sul sito del Tirreno. E ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità. Per capire se quelle immagini riprese con un cellulare da un adolescente siano davvero un episodio di bullismo o una bravata di cattivo gusto. È vero, nel video si sente che la ragazza picchiata viene offesa. La chiamano «negra», la prendono per i capelli. E tanto basterebbe per far scattare una denuncia d’ufficio: basta l’ipotesi che davvero quelle lesioni, quelle percosse e quelle offese siano tutte legate al paese d’origine della ragazzina per mettere nei guai chi ha ripreso il video, chi lo ha pubblicato, chi ha partecipato all’aggressione. Le parole pronunciate nel filmato, le frasi offensive rivolte alla ragazza non lasciano spazio a dubbi. Ma dietro quelle offese non ci sarebbe un movente razziale: ci sarebbe un cuore spezzato per un ragazzino portato via alla compagna di scuola. «È stato brutto vedere quelle immagini, sentire quelle parolacce e quelle bestemmie. È vero, ma il razzismo qui c’entra poco». A parlare è una delle compagne di scuola della protagonista del video. Una ragazzina che frequenta la parrocchia e che sabato pomeriggio non era sulle Mura quando è scoppiata la zuffa. Quando le sue amiche, le sue compagne, si sono prese a ceffoni, incitate dai maschi che hanno preferito fare il tifo, come se fossero in curva allo stadio, anziché intervenire. «Questo succede spesso quando litighiamo tra ragazze - racconta - i maschi stanno lì e urlano “rissa”, “rissa”. La mia migliore amica era lì e mi ha raccontato tutto. Hanno cercato di dividerle, ma non ci sono riuscite». Femmine che si menano, maschi che guardano e altre femmine, quindi, che si mettono in mezzo per evitare che la faccenda degeneri. Benvenuti nei tempi moderni. Senza pensare alle conseguenze. La squadra mobile, con la collaborazione della polizia postale, ha iniziato a scandagliare le immagini del video. Ancora non è stato identificato nessuno dei ragazzi che si sono scatenati sabato pomeriggio sulle Mura della città. Ma Grosseto è un paesone e non sarà difficile per gli uomini della questura individuare i responsabili. Poi ci sarà da capire appunto, quanto c’entri il razzismo. Nulla, secondo gli amici della ragazzina. «Da qualche tempo lei stava antipatica a diverse compagne di scuola - racconta - perché c’erano stati altri litigi». Poi, sabato pomeriggio, è successo quel che è successo. «Si dice che abbia cominciato lei - spiega - che abbia offeso la famiglia dell’altra ragazza. Sono saliti tutti sulle Mura e lì sono partiti gli schiaffi». L’adolescente che ieri ha cercato di mettere la parola fine alla valanga di reazioni piovute a Grosseto da mezzo mondo non giustifica quello che è accaduto. «Lei tra l’altro non è neppure di colore, è solo mulatta. Ma a prescindere da questo, quello che è successo è davvero brutto. Le bestemmie, le offese, le parolacce. Non potete capire cosa è diventata la nostra generazione». Francesca Gori