www.iltirreno.it 02/21/2013
GROSSETO - La paura maggiore, quella che il piano di razionalizzazione facesse fuori gli ospedali dei comuni più piccoli, come Pitigliano, Castel del Piano e Massa Marittima, è stata scongiurata. Sospiro di sollievo, punto e a capo. Ieri mattina l’attore principale della conferenza dei sindaci sulla sanità è stato ovviamente l’assessore regionale alla sanità Luigi Marroni. In Comune c’era però anche l’Asl, con il direttore generale Mariotti. «Non chiuderemo gli ospedali nè tantomeno ridurremo gli spazi», ha subito tranquillizzato l’assessore, rispondendo alle domande per forza interessate (e preoccupate) dei sindaci di Pitigliano Camilli e di Castel del Piano Franci. La promessa di Marroni è stata quella di una riorganizzazione del settore per offrire «più servizi, meno ricoveri e più assistenza a casa». Ma tutto questo non passerà da un taglio di posti letto o peggio ancora dalla scure della cancellazione dei nosocomi “minori”. Marroni ha risposto punto su punto alle domande di Camilli e degli altri sindaci, sviluppando l’idea del nuovo modo di approcciarsi ai pazienti e alle cure ospedaliere. «Siamo di fronte a un percorso di riorganizzazione completa - ha detto Marroni - difendo la scelta della giunta Rossi di inserire un ticket in base alle fasce di reddito. Ma al tempo stesso sono obbligato a dire che se il governo che vincerà le elezioni non metterà mano al decreto Balduzzi (l’attuale ministro alla sanità), tutta la Toscana corre il rischio di pagare il triplo di ticket a partire dal 2014». La previsione, poco rassicurante a livello generale, è che il Sistema sanitario nazionale perderà in Toscana 250 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni. Il Misericordia di Grosseto riceverà però alcune attività ospedaliere che saranno trasferite da Firenze e Siena, secondo quanto annunciato da Marroni. La spending rewiev costringerà anche a puntare sui consorzi tra medici di base, che dovranno rendersi disponibili (proprio come le guardie mediche), assieme agli infermieri, dalle 8 alle 24 nei futuri ospedali di comunità. «Ma dovrà crescere anche l’assistenza domiciliare ai malati». Tutto insomma pur di non penalizzare gli ospedali e soprattutto la cura di chi sta male.
Matteo Baccellini