http://www.avvenire.it Le tredici suore ortodosse del convento di Maalula, tenute in ostaggio da oltre tre mesi da ribelli siriani e liberate domenica alla frontiera siro-libanese, sono tornate nella capitale siriana. Le monache, prelevate il 2 dicembre scorso dal convento greco-ortodosso di Santa Tecla durante un assedio dei ribelli al villaggio a maggioranza cristiana situato a nord di
Damasco, sono state liberate come frutto di uno scambio di prigionieri. Dopo la liberazione, le donne sono state portate in Libano e poi fatte rientrare in Siria: dopo un viaggio durato 9 ore, sono arrivate nella notte nel quartiere di al-Qasaa di Damasco, dove sono state accolte dalle autorità religiose; con loro anche i tre lavoratori del convento liberati anch'essi.
Vestite con i loro abiti neri, le monache sono apparse stanche (una è scesa dal
pullmino aiutata dalle compagne), ma in buone condizioni. La madre superiora, Pelagia Sayaf, ha detto che sono state
trattate bene dai loro rapitori, gli uomini del Fronte al-Nusra. La superiora del convento ha smentito che le voci che
gli estremisti le avessero obbligate a togliersi il crocefisso: "Ci siamo tolte noi le croci perché non era il posto giusto
per indossarle". Il capo dei servizi segreti libanesi, generale Abbas Ibrahim, ha detto alla televisione siriana che, in cambio della loro libertà, saranno scarcerate dalle prigioni siriane circa 150 donne detenute.