Fonte www.repubblica.it
E’ continuo da mesi l’allarme per la disoccupazione giovanile, che in Italia raggiunge livelli record, nell’ultima rilevazione Istat è al 42,7%. Tuttavia va sempre ricordato che in quella fascia d’età (15-24 anni) i giovani che cercano lavoro sono una minoranza. La maggior parte studia ancora per cui, non si stanca di precisare l’Istat – stufa di sentire dappertutto che è disoccupato oltre il 40% dei giovani – senza lavoro non per propria volontà ci sono, secondo l’ultima rilevazione, 683.000 persone, che significa l’11,4% sul totale della popolazione di quella fascia di età. Il dramma vero in effetti scatta dopo: completati gli studi, i giovani difficilmente trovano un lavoro (per non aggiungere che quasi mai, se lo trovano, è all’altezza delle loro aspirazioni e adeguato al loro livello di studi e di cultura, ma questo è un altro discorso).
Il tasso di disoccupazione della fascia d’età successiva, quella in cui non trovare un lavoro rappresenta davvero un problema serio, 25-34 anni, è del 17,7%: l’elaborazione è di ManagerItalia, sulla base dei dati Istat. Il che significa però che, poiché a cercare lavoro sono molte più persone che nella fascia 15-24, che i disoccupati sono quasi un milione, si tratta del gruppo più numeroso tra le varie fasce di età. Seguono i 35-44enni, con un tasso del 9,9% corrispondente a 751.951 persone.
Il dato assoluto ha il suo peso, non va guardato solo il tasso di disoccupazione. E il dato assoluto suggerirebbe di estendere le politiche del Job Act (che stanno partendo in questi giorni) fino ai 34 anni. Anche il tasso di disoccupazione tuttavia è indicativo di una situazione più o meno negativa, e la classifica delle province italiane pubblicata da ManagerItalia getta una luce di sconforto su alcune aree. Le distanze da Regione a Regione, da provincia a provincia sono abissali. Per la fascia d’età 25-34 anni si va da un tasso del 5,4% della Provincia Autonoma di Bolzano al 32,2% della Calabria, 32,5% della Sicilia e 32,8% della Campania.
Per provincia le differenze sono ancora più spiccate. A primeggiare stavolta è la provincia di Prato (4,9% per la fascia 25-34 anni), mentre Bolzano è “solo” seconda con il tasso del 5,4%. Scorrono poi ordinatamente le province del Nord Italia che si alternano a Toscana, Emilia Romagna e Marche. Le due cifre scattano già nel Nord-Est: Padova 10,1%. Ma è ancora niente rispetto al 20,1% di Chieti e soprattutto al 30,4% di Oristano. Si prosegue esclusivamente con città delle Regioni Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria. Si chiude con il dato monstre di Caltanissetta: 45,9%. Ripeto: si tratta della fascia d’età 25-34 anni. E ancora qualcuno si chiede perché i giovani lasciano il Sud e non ne vogliono sapere di tornare.