Fonte www.ansa.it
Il part time dilaga, tanto che ormai anche per gli uomini non è più un tabù. E sembra essere tutto 'merito' della crisi, vista l'incidenza del part time involontario (61,6%). Sono, infatti occupati a orario ridotto pur volendo lavorare a tempo pieno, dice l'Istat, 2 milioni 470 mila persone, con un'impennata dell'83% (+1 milione 121 mila) rispetto al 2008. Sono in gran parte donne (1 milione 729 mila), ma non manca la componente maschile (742 mila), raddoppiata in 5 anni. Si ricorre sempre più quindi a contratti part time, molto apprezzati in tempi di crisi perché meno costosi per chi deve assumere. Ed ecco che, stando ai dati del 2013, complessivamente si contano oltre 4 milioni di occupati a tempo ridotto (+667 mila dal 2008). L'aumento negli ultimi 5 anni è dovuto solo a quanti lavorano a tempo parziale poiché non hanno trovato un lavoro a tempo pieno: l'incidenza del part-time involontario sul totale dei lavoratori a orario ridotto passa dal 40,3% del 2008 al 61,6% del 2013.E dai dati Istat sul 2013 emerge anche che in Italia gli occupati lavorano in media 36 ore a settimana. Rispetto al 2008 si sono perse in media 2 ore (erano 38). Il fenomeno si spiega con l'impennata del part time, quasi sempre involontario. L'aumento dell'incidenza del tempo parziale ha così fatto scivolare il totale di ore lavorate. Il passaggio da 38ore settimanali a 36ore sconta il maggiore impatto del part time, anche se guardando singolarmente al tempo pieno (40ore) e a quello parziale (21ore), l'orario di lavoro settimanale è restato invariato passando dal 2008 al 2013. Tornando a guardare le medie, il totale tra tempo pieno e parziale, resta la differenza di genere, con le donne che lavorano settimanalmente 7 ore in meno, fermandosi a 32 ore. Tuttavia a confronto con il 2008 il divario si è ridotto di un'ora (33 donne e 41 uomini). Guardando al numero di occupati per ore settimanali lavorate, colpisce la drastica riduzione di quanti hanno totalizzato oltre le 41 ore: tra il 2008 e il 2013 sono scesi di quasi di un terzo (-29,5%), passando da oltre 5 milioni a poco più di 3 milioni e mezzo. Al contrario nello stesso periodo sono aumentati coloro che lavorano meno di 10 ore settimanali, giunti a circa 627 mila persone (+17,9%).