IL TEMPO 09/07/2013
L'economista Zamagni chiede un cambiamento delle politiche sociali che metta al centro le comunità
Tre giorni di dibattito incentrati sulle questioni del lavoro e della famiglia, con l'obiettivo di armonizzare questi due aspetti, profondamente legati fra loro anche nel dettato costituzionale. Questo è quanto emerso dal seminario di Senigallia, organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori e arricchito dalla partecipazione di numerosi giovani in un teatro gremito, con oltre quattrocento partecipanti.
Tra i relatori monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e membro del comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici italiani, che nel suo messaggio ha chiarito il valore della famiglia: "Non si tratta di un'istituzione astratta, ma di una comunità protagonista: i coniugi cristiani sono cooperatori della fecondità della madre Chiesa. Il matrimonio realizza e storicizza questa unione, rendendola salvifica. La famiglia non è un prodotto dell'uomo o della cultura, ma scaturisce dal progetto originario di Gesù, è espressione di amore che è Dio". All'interno della famiglia, ha proseguito l'arcivescovo, "ognuno viene stimolato per quello che è, non per quello che sa fare o guadagna. Ciascun essere umano è in sé relazione d'amore e nel cuore dell'uomo vi è un'insopprimibile esigenza di amare ed essere amato. La famiglia è il luogo naturale voluto da Dio dove l'uomo può vivere la sua vocazione all'amore". Oltre agli interventi dei delegati Mcl e di numerosi giovani nel pomeriggio di ieri significativo l'intervento di Stefano Zamagni, docente di Economia all'Università di Bologna che spiega: "Essendo ora in crisi irreversibile il welfare state che, pur nel suo universalismo, si rivolgeva all'individuo, si avvicina il welfare comunità, che non può fare a meno della famiglia".
Per una diversa politica della famiglia occorre "smettere di pensarla come luogo degli affetti, perché allora chiunque provi affetto è famiglia, e non è così; considerare la famiglia preesistente allo Stato, generatrice di capitale umano, sociale e relazionale". Se il 25% del Pil è generato dalle famiglie, con la crisi, quelle italiane hanno perso 3,3% del reddito disponibile, mentre in Francia hanno guadagnato il 2,2. Si fa strada sempre più il concetto di "cittadinanza familiare", e tra famiglie e lavoro è necessario operare non una conciliazione ma un'armonizzazione".
Inoltre, per Zamagni "non è possibile difendere la famiglia senza sostenere il matrimonio, perché se va in crisi l'unione tra marito e moglie va in crisi la famiglia".
Zamagni lancia anche una proposta: "A costo zero per lo Stato è possibile introdurre il distretto famigliare, che consente la sussidiarietà circolare, ossia l'interazione nella progettazione dei servizi, istituire il marchio famiglia e aprire al crowdfunding".