www.lanazione.it 10/12/2012
CITTA' DEL VATICANO (Iacopo Scaramuzzi) - "Cari figlioli, si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera". Cinquant'anni esatti dopo il celebre "discorso della luna", che Giovanni XXIII rivolse ai fedeli, raccolti la sera dell'11 ottobre del 1962, a conclusione della prima giornata del Concilio vaticano II, Benedetto XVI si è affacciato ieri sera dalla stessa finestra per salutare i 40mila fedeli portati in fiaccolata dall'Azione cattolica, sotto il suo studio in piazza San Pietro. "Oso fare mie le parole indimenticabili di Papa Giovanni: andate a casa e date un bacio ai bambini, dite che è il Papa", ha detto Ratzinger, che ha ricordato la "felicità" provata all'apertura del Concilio. Poi una nota pessimista che accenna ai recenti scandali della Chiesa. Dal 1962 la chiesa ha sperimentato che "nel campo del Signore c'è sempre la zizzania" e che "nella rete di Pietro ci sono anche pesci cattivi". Qualche volta, ha scandito, "abbiamo pensato che il Signore dorme e ci ha dimenticato". Invece, "possiamo essere felici, perché la sua volontà è forte". Nel cinquantesimo anniversario del Concilio, che marcò un 'aggiornamento' della Chiesa cattolica, papa Ratzinger ha aperto un 'anno della fede' che si concluderà nel novembre del 2013. "In questi decenni è avanzata una desertificazione spirituale", ha detto il Papa, in una messa celebrata ieri mattina in piazza San Pietro. Alla celebrazione hanno partecipato 20mila fedeli, tutti i vescovi che stanno partecipando a un sinodo sulla "nuova evangelizzazione", il patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I, il primate anglicano Rowan Williams e quattordici anziani padri che parteciparono al Concilio del 1962-65. Oggi il Papa li invita a pranzo per concludere con loro le celebrazioni del cinquantenario del Conclilio. Proprio a partire "dall'esperienza di questo deserto", ha detto il Papa, possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere". Per Benedetto XVI, che partecipò al Concilio come giovane 'perito' teologico ed era presente in piazza San Pietro quando Papa Giovanni parlò, l'anniversario è l'occasione di indicare la sua giusta interpretazione. Bisogna "ritornare alla lettera del Concilio", ha detto ieri, senza "nostalgie anacronistiche" e "corse in avanti".