L’assegno unico per i figli è finito sotto la tagliola dell’Inps. Alcuni genitori, nel corso del mese di ottobre, hanno notato che l’importo erogato dall’Istituto di Previdenza Nazionale Sociale è stato più basso del solito, l’Inps ha tagliato l’importo dell’assegno unico: a subire questa decisione sono le famiglie monogenitoriali, che non rientrano nei requisiti per poter ottenere la maggiorazione prevista dalla normativa vigente.
L’assegno unico è stato, quindi, tagliato. Alcune famiglie hanno perso 54 euro. Le motivazioni, che stanno dietro a questa decisione, non sono state spiegate a nessuno dei diretti interessati. Molto semplicemente l’Inps ha richiamato l’attenzione sull’articolo 4, comma del Decreto Legge n. 230/2021. La norma ha previsto una vera e propria maggiorazione dell’assegno unico per ogni figlio con meno di 18 anni. La misura è erogabile solo e soltanto se i due genitori sono titolari di un reddito da lavoro. La maggiorazione è pari a quasi 30 euro per quanti abbiano un Isee inferiore a 15 mila euro: l’importo man mano scende, fino a sparire nel momento in cui l’Isee arriva a 40 mila euro.
Sostanzialmente il nodo della questione è tutto qui. La maggiorazione, erroneamente, è stata riconosciuta anche alle famiglie monogenitoriali, che avevano provveduto a presentare l’istanza anche se non rientravano nel parametro appena indicato. In altre parole non ci sono due genitori titolari di un reddito da lavoro. La scelta è stata dettata dalle norme che sono attualmente in vigore, in attesa che arrivi una revisione del testo della legge. Sempre che questa sia destinata ad arrivare.
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